2.Cinetica elettrochimica. Velocità di corrosione.

L’approccio termodinamico sviluppa un insieme logico di previsione della possibilità o dell’impossibilità delle reazioni di corrosione. Tuttavia, non si deve nascondere che i problemi concreti sono decisamente più ardui dei semplici esempi prima illustrati, grazie alla complessità delle soluzioni industriali e delle leghe utilizzate.

Comunque, l’approccio termodinamico, che consiste nel comparare due tensioni d’elettrodo all’equilibrio, non da alcuna indicazione sulla velocità di reazione di corrosione. La determinazione di tale velocità è dominio della cinetica elettrochimica.

 

2.1. Sovratensioni. Relazioni di Tafel.

Si consideri la cella galvanica già analizzata

Si chiuda il circuito di questa cella su un carico esterno di resistenza Re, misurando simultaneamente la corrente di cella I e le tensioni ec ed ea del catodo e dell’anodo. Si constata che (figura 7):

 

Fig. 7

 

- ec ed ea sono differenti dalle tensioni di equilibrio ec ed ea a corrente nulla.

- ec ed ea dipendono dalla corrente che passa attraverso la cella.

Le curve ec(I) ed ea(I) sono le curve di polarizzazione anodica e catodica.

Si introduce spesso la sovratensione h, definita come:

La sovratensione anodica è sempre positiva.

La sovratensione catodica è sempre negativa.

Le curve di polarizzazione saranno ben descritte anche da mc(I) ed ma(I) (figura 8).

 

Fig. 8

 

Se ci si allontana sufficientemente dall’equilibrio, Tafel ha osservato una relazione lineare fra h e log I. Tale relazione è confermata dalla teoria. In queste condizioni, spesso incontrate nei casi di corrosione, si ha:

ove sono i coefficienti di Tafel delle reazioni anodica e catodica.

I0,a e I0,c sono l’intensità delle correnti di scambio delle reazioni anodica e catodica.

b e I0 sono dei parametri cinetici. Le velocità di reazione sono tanto più elevate quanto più b è piccolo ed I0 è elevato. Esse dipendono non solo dal sistema elettrochimico ma anche dal substrato sul quale ha luogo la corrosione (soprattutto I0). Tale punto è fondamentale nella corrosione.

Esempio: per la reazione di riduzione dei protoni:

In effetti in certi casi le correnti sono limitate da fenomeni di trasporto per diffusione delle specie chimiche reagenti. Le curve di polarizzazione sono allora caratterizzate da una corrente IL detta corrente limite la cui intensità è proporzionale alla concentrazione della specie che diffonde nell’elettrolita.

Esempio: La riduzione dell’ossigeno O2 disciolto è limitata dalla diffusione: la solubilità dell’O2 è bassa ed il suo coefficiente di diffusione è poco elevato.

 

2.2 Diagrammi di Evans. Tensione di corrosione ecorr. Intensità di corrosione Icorr.

Nella maggior parte dei casi, un sistema metallico semplice sottoposto a corrosione è assimilabile ad una cella galvanica in corto circuito. Se si considera il caso di una sola reazione di ossidazione ed una sola reazione

di riduzione (elettrodo doppio) si ha che V®0 e che:

 ove Rel è la resistenza elettrica dell’elettrolita.

Il diagramma di Evans di un sistema sotto corrosione è la rappresentazione nel piano e-logI oppure e-I delle curve di polarizzazione anodica (ossidazione del metallo) e catodica (riduzione dell’accettore di elettroni), quest’ultima riportata nel semi piano anodico.

Nel caso in cui Rel è trascurabile, il punto di corrosione è dato dalla intersezione delle due curve le cui coordinate sono ecorr e log Icorr. La figura 9 presenta una tale situazione nel caso in cui le sovratensioni sono

descritte mediante l’approssimazione di Tafel.

 

Fig. 9

 

La figura 10 rappresenta il caso in cui la reazione catodica presenta “pianerottolo” di diffusione (esistenza

di una corrente limite IL). Si incontra per esempio nel caso in cui l’ossidante è l’ossigeno disciolto.

 

Fig. 10

 

Nel caso in cui le aree anodica e catodica sono separate da un elettrolita a bassa conducibilità (ad esempio acqua di mare) si deve tenere conto della caduta ohmica (RelIcorr) e la situazione è rappresentata nella figura 11.

 

Fig. 11

 

Si constata che in questo caso la tensione d’elettrodo dell’area anodica è differente da quella dell’area catodica. Questo caso si incontra qualora la corrosione è dovuta all’esistenza di una macropila localizzata

(ad esempio accoppiamento galvanico fra due parti di una struttura).

Nel caso di una corrosione omogenea (uniforme) si può stimare sperimentalmente il valore istantaneo della corrosione per mezzo dei “misuratori di corrosione” mediante la misura della resistenza di polarizzazione (Stern e Geary). La conoscenza della Icorr permette di calcolare la velocità di corrosione istantanea espressa in massa di materia o in spessore corroso per unità di tempo.

Si può definire una massa corrosa per unità di tempo e di superficie:

m = (M icorr) /(z F) ove icorr = Icorr/S e M = massa molare del metallo M

Esempio: per una densità di corrente di 10-5 A cm-2, la corrosione uniforme del ferro corrisponde ad una velocità di corrosione di 0.1 mm/anno circa (sotto forma di Fe2+).

Nei casi in cui si ha una corrosione omogenea, i materiali metallici sono suddivisibili in tre gruppi:

- vcorr < 0.125 mm/anno in cui si ha una buona resistenza alla corrosione (molle, alberi, sedi di valvole);

- 0.125 mm/anno < vcorr < 1.25 mm/anno , in cui si ha una resistenza media alla corrosione (canalizzazioni, pareti di serbatoi);

- vcorr >1.25 mm/anno, in cui si ha una cattiva resistenza alla corrosione.

 

2.3. Sistemi polielettrodici.

Sono dei sistemi nei quali hanno luogo simultaneamente diverse reazioni anodiche e/o catodiche. Il loro studio teorico è basato sulla additività delle curve di polarizzazione.

Dato che il caso generale è decisamente complesso, si richiamano qui di seguito due casi particolari.

Caso 1 (figura 12a): Due aree uguali di Fe e Cu sono in contatto elettrico e sono bagnate da una soluzione neutra areata nella quale l’ossidante è l’O2 disciolto. La cinetica di riduzione dell’O2 è praticamente la stessa sul Cu e sul Fe. Le curve di polarizzazione catodica sono identiche e rappresentate da (1). La curva di polarizzazione catodica globale è quindi (II) = (I) x 2. Il punto di corrosione è l’intersezione di (II) e della curva di polarizzazione anodica. La corrosione del ferro è moltiplicata per due dal semplice accoppiamento con un’area uguale di rame (mentre quest’ultimo si trova in condizione di immunità). L’effetto è proporzionale all’area di Cu associata: è enorme il pericolo nel caso di accoppiamento di un piccolo anodo con un grande catodo (caso limite: corrosione localizzata per vaiolatura).

Caso 2 (figura 12b): Due aree uguali di Fe e di Pt sono in contatto elettrico e sono bagnate da una soluzione

acida. La reazione di riduzione è quella dei protoni. La sovratensione di formazione di H2 è molto più piccola sul Pt che sul Fe. In presenza di Pt la corrente di corrosione del Fe passa da Icorr1 a Icorr2, ed è moltiplicata per

diversi ordini di grandezza. La formazione di H2 è praticamente localizzata sul Pt che, evidentemente, non si corrode affatto.

 

Fig. 12a                                                    Fig. 12b

 

2.4. Fenomeni di passivazione.

La passivazione corrisponde alla trasformazione di una superficie attiva in via di corrosione in una superficie quasi inattiva, grazie alla formazione di uno strato di passivazione.

Attualmente, si pensa che lo stadio iniziale di formazione di questo strato è un adsorbimento di ioni OH- che porta alla formazione di un composto di adsorbimento che evolve rapidamente (Al, Ti, Zr, Nb, Ta) o molto più lentamente (Cr, Fe, Co, Ni) verso un ossido.

Se si ammette che lo strato di passivazione è un ossido, i diagrammi di Pourbaix permettono di definire i domini di passività possibile. Tuttavia, dato che questo ossido è spesso differente da un composto stabile, termodinamicamente definito, i diagrammi e-pH

 non possono essere considerati come rigorosi: malgrado tutto, essi permettono di fornire una visione d’insieme delle proprietà di passività e di corrosione dei metalli.

 

2.4.1. Curva di polarizzazione anodica di un metallo passivabile.

La figura 13 mostra schematicamente le caratteristiche principali della curva di polarizzazione anodica e-log(I) di un metallo (o di una lega) passivabile.

 

Fig. 13

 

Sono evidenti diverse regioni, in funzione del valore della tensione e:

· Per e < eF : il metallo è allo stato attivo, subisce una corrosione sotto forma di ioni Mz+, seguendo ad esempio una relazione e-I del tipo di Tafel. La corrente cresce con l’aumento di e, arrivando alla tensione eF (tensione di Flade) al valore massimo della corrente di corrosione Icrit (intensità critica) corrispondente al completamento dello strato di passivazione.

· Per e = eF : la corrente subisce una brutale variazione fino a Ipass, di solito di molti ordini di grandezza inferiore a Icrit. La tensione di Flade dipende dal materiale e dal pH della soluzione: in prima approssimazione:

· Per e > eF : si possono avere diversi comportamenti, in funzione del metallo.

- La corrente I conserva il valore di Ipass, fino alla perforazione dielettrica del film per delle tensioni che possono raggiungere alcune decine di V (Ti, Ta) (13 a).

- La corrente I conserva il valore di Ipass, quindi cresce di nuovo quando si raggiunge la tensione di ossidazione dell’acqua: questo fenomeno si manifesta con formazione di ossigeno gassoso sul metallo passivo (13 b)

- La corrente I conserva il valore di Ipass, quindi cresce di nuovo mediante dissoluzione del metallo allo stato

transpassivo (Ni, Cr, acciai inossidabili) (13 c)3.

 

2.4.2. Passivazione “chimica”.

Per portare un metallo nel suo dominio di passivazione si può utilizzare un potenziostato che impone al metallo un valore di tensione opportuno. Si può anche utilizzare un ossidante in condizioni tali che il punto di corrosione del sistema sia nel dominio di passivazione del metallo: la corrosione avverrà quindi ad una velocità

estremamente bassa corrispondente a Ipassiv. In tale caso è necessario che eR > eF e I abbia potuto raggiungere il valore Icrit prima di fissarsi a Ipassiv.

Ad esempio:

 

Se ne deduce che i quattro metalli citati sono passivabili teoricamente dai suddettti ossidanti.

La figura 14 riassume i casi possibili.

 

Fig. 14

 

La stabilità degli strati passivati e la loro possibilità di autoriparazione dipendono da numerosi fattori, fra cui il pH, la capacità ossidante dell’ambiente, la presenza di alcuni ioni (Cl-, Br-, ...).

 

 

 Privacy Policy - Personalizza tracciamento pubblicitario