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5. Ghise non legate.

Le ghise il cui tenore in carbonio � superiore a quello del punto S1 del diagramma stabile o di quello metastabile, sono caratterizzate dall�intervento di una trasformazione eutettica che gli conferisce una particolare attitudine alla realizzazione di getti.

Nelle ghise, i tenori negli elementi normali di elaborazione, Mn, Si, P, sono normalmente pi� elevati che negli acciai. Per questo motivo, la descrizione delle loro trasformazioni con il diagramma binario Fe-C � ancora pi� approssimativa degli acciai. Si dovrebbe per lo meno introdurre i diagrammi ternari Fe-C-Si e Fe-C-P. In questo testo si continuer� a considerare solo il diagramma Fe-C, che permette di ottenere le propriet� costitutive essenziali. Comunque, � indispensabile sottolineare che la costituzione di una ghisa non � data unicamente dal suo tenore in carbonio. A partire dalla stessa colata, si pu� ottenere da una ghisa bianca ad una ghisa grigia a grafite grossolana, agendo sulla velocit� di raffreddamento. In effetti il fenomeno della grafitizzazione dipende:

- dalla velocit� di raffreddamento (natura della parete del getto, grandezza del pezzo), con la grafitizzazione che viene agevolata da velocit� di raffreddamento basse.

- dalla presenza di elementi grafitizzanti, quali il Si, o di antigrafitizzanti, quali il Mn.

 

5.1. Ghise bianche (o ghise cementitiche).

Le trasformazioni sono descritte esclusivamente dal diagramma metastabile, per il fatto che la sola fase ricca in carbonio � Fe3C (in effetti (Fe,Mn)3C).

In funzione del tenore di carbonio, si possono avere ghise bianche ipoeutettiche, eutettiche ed ipereutettiche

(figura 16).

 

Fig. 16

 

Ghise ipoeutettiche, con x(S1) < %C < x(E)

Si consideri, ad esempio, una lega con il 3% in carbonio (punti M nel diagramma Fe-C). La temperatura di colata � M0. In M1 , inizio della solidificazione, si ha l�inizio della formazione dei cristalli che si sviluppano fino a M2, in generale sotto forma dendritica. Dato che la temperatura � relativamente elevata, l�omogenizzazione per diffusione delle fasi liquida e solida � rapida.

A 1148�C + e la lega � bifasica ed � costituita da dendriti di g a circa il 2% di C e da liquido al 4.3% di C con

 

 

A 1148�C il liquido si trasforma in un aggregato eutettico (ledeburite) formato da isole di g al 2% di C in una matrice cementitica. Si pu� agevolmente verificare che le frazioni in peso delle due fasi (g e Fe3C) che costituiscono l�eutettico sono praticamente uguali. Si noti che le dendriti di g proeutettica non subiscono alcuna modifica (figura 17).

 

Fig. 17

 

Al di sotto di 1148�C, e fino a 727�C (punti M2 e M3), si ha un impoverimento in carbonio (da 2 a 0.8 %) della fase eutettica con formazione di cementite proeutettoide (o secondaria) che si forma in generale al contatto della matrice di Fe3C e dell�austenite (non � distinguibile metallograficamente).

A 727�C + e, la frazione in massa di g � dell�ordine di 0.37.

A 727�C, dato che l�austenite ha raggiunto il tenore eutettoidico, essa si trasformer� interamente in perlite.

Alla temperatura ambiente una ghisa bianca ipoeutettoidica � quindi costituita da una matrice di cementite (eutettica + proeutettoidica) e da blocchi di perlite provenienti dalle dendriti iniziali e delle isole pi� piccole disseminate provenienti da g eutettica modificata. Una ghisa bianca conserva quindi un aspetto che richiama la cristallizzazione dendritica iniziale e la morfologia ledeburitica, in modo sempre pi� marcato quanto pi� il tenore in C si avvicina a E.

 

Ghise ipereutettiche, con x(E) < %C < 6.7

Si consideri, ad esempio, una lega con il 5% in C (punti N nel diagramma Fe-C). In corrispondenza di N1 si ha l�inizio della solidificazione, con formazione di Fe3C proeutettica (o primaria) che si sviluppa sotto forma di placchette rettilinee in contatto con il liquido (figura 18).

 

Fig. 18

 

A 1148�C + e, la lega � bifasica ed � costituita da placchette di Fe3C primaria e da un liquido con 4.3%C:

In seguito, le trasformazioni, qualitativamente identiche a quelle descritte precedentemente per le leghe ipoeutettiche, portano ad avere alla temperatura ambiente una struttura formata da una matrice di cementite (eutettica+proeutettica) contenente delle grandi placchette di Fe3C primaria (caratteristiche di questo tipo ghise), e di isole di eutettoide proveniente dal g eutettico trasformato. Anche in questo caso la morfologia eutettica � conservata alla temperatura ambiente.

Quale che sia il tenore in carbonio, una ghisa bianca � costituita da una matrice quasi continua di cementite contenente dei blocchi o dei �globuli� eutettoidici. La cementite � una fase dura (HV=800-1000) e molto fragile. Le ghise bianche sono dei metalli che non possono essere deformati a freddo. Esse sono interessanti per la loro elevata resistenza all�usura ed all�abrasione (sfere di macinazione, scarico di minerali, ruote di carri merci,

cilindri per laminatoi, varie parti per compressori stradali). La resistenza all�urto � decisamente bassa , ma si pu� migliorare agendo sulla proporzione di Fe3C e di perlite, relativamente pi� duttile. Le ghise bianche hanno buona colabilit�.

 

5.2 Ghise grigie (o ghise grafitiche).

Le ghise ordinarie hanno praticamente dei tenori di carbonio compresi fra 3 e 4%, di Si < 3%, Mn<1.2%, e P<1.2%.

Nel caso in cui le condizioni di raffreddamento e di composizione sono favorevoli alla grafitizzazione, si ottiene una ghisa nella quale una parte del carbonio � sotto forma di grafite.

La solidificazione di una ghisa grigia avviene interamente sul diagramma stabile e, quindi, si ha una transizione sul diagramma metastabile per un certo tenore in C di g. Tale tenore dipende fortemente dalle condizioni di raffreddamento.

 

Ghise ipoeutettiche, con x(S1) < %C < x(E)

Si consideri, ad esempio, una lega con il 3% in carbonio (punti M nel diagramma Fe-C, figura 19).

 

Fig. 19

 

 La temperatura di colata � M0. In M1, inizio della solidificazione, si ha la formazione di g che si sviluppa sotto forma di cristalli dendritici, arricchendosi progressivamente in carbonio, come pure la fase liquida.

A 1153�C + e, la lega � bifasico e forma delle dendriti di austenite al 2% di C e di liquido al 4.25% di C:

 

 

A 1153�C il liquido subisce una trasformazione di tipo eutettico:

 

 

L�applicazione della regola della leva mostra che nell�eutettico:

 

 

e la grafite rappresenta circa il 7.7% in volume. In un tale eutettico, in cui una delle due fasi � nettamente preponderante rispetto all�altra, non sono pi� valide le condizioni di nucleazione reciproca. La figura 20 mostra la formazione di aggregati eutettici grafitici (grafite di tipo lamellare).

 

Fig. 20

 

Fra M2 ed M3 si ha un impoverimento in carbonio dell�austenite per la precipitazione di grafite detta secondaria. Quando il carbonio raggiunge un valore critico (in questo caso 1.2%) la grafitizzazione si arresta e si ha una transizione sul diagramma metastabile. A partire da questo momento la grafite gi� formata non interviene pi� nelle successive trasformazioni: queste sono assimilabili a quelle di un acciaio ipereutettoidico con 1.2% di C.

In M3 le due fasi presenti sono g allo 1.2% in C e la grafite (eutettica + secondaria).

L�austenite continua ad impoverirsi in carbonio, con la formazione di cementite proeutettoidica fino al punto M4. Nel punto (TE + e) sono presenti tre fasi: grafite (0.02), Fe3C (0.07), g eutettoidica (0.91).

A 727�C la fase g si trasforma completamente in perlite

Alla temperatura ambiente la ghisa ipoeutettica comprende tre costituenti:

- perlite;

- cementite proeutettoide;

- grafite lamellare.

La transizione dal diagramma stabile al diagramma metastabile pu� avere luogo per differenti tenori in C di g. Si � gi� visto il caso di una transizione per una composizione ipereutettoidica di g. Il quadro sommario delle varie possibilit� � il seguente (figura 21):

 

Fig. 21

 

� Transizione nella zona (I) (il tenore di C dell�austenite � compreso fra ; alla temperatura ambiente la ghisa � costituita da: grafite - Fe3C proeutettoide - perlite

� Transizione nella zona (II) (il tenore di C dell�austenite � compreso fra ); alla temperatura ambiente la  ghisa � costituita da: grafite-ferrite proeutettoide-perlite

� Transizione per un tenore in C dell�austenite uguale a x(E�); alla temperatura ambiente la ghisa � costituita da :

grafite - perlite

� Se la velocit� di raffreddamento � sufficientemente lenta nei dintorni di 700-750�C, si pu� non avere la

transizione sul diagramma metastabile ed alla temperatura TE:

Alla temperatura ambiente la ghisa � costituita da: grafite - ferrite.

 

Ghise ipereutettiche, con %C > x(E)

Si consideri, ad esempio, una lega con il 5% in C (punti N nel diagramma Fe-C).

In N1 la solidificazione ha inizio con la cristallizzazione di grafite proeutettica (o primaria) che, come tutti i costituenti primari, costituisce delle lamelle molto estese ed allungate (da 1/10 di millimetro a qualche millimetro). In corrispondenza di N2 la lega � costituita da grafite primaria e da austenite eutettica. Le successive trasformazioni sono quelle descritte per le leghe ipoeutettiche.

Questa analisi sommaria mostra che, considerando una ghisa di determinata composizione, si possono ottenere dei costituenti differenti, e quindi delle propriet� differenti, solo facendo variare il punto di transizione, agendo sulla velocit� di raffreddamento.

 

5.3 Influenza degli elementi di elaborazione.

I principali elementi che hanno una evidente influenza sono il silicio ed il fosforo.

L�esame dei diagrammi ternari Fe-C-Si e Fe-C-P mostra che questi elementi comportano una diminuzione del tenore in carbonio dell�austenite eutettica, dell�eutettico e dell�eutettoide (spostamento verso sinistra dei punti S1, E ed E� rispetto al diagramma binario). La figura 22 � una sezione pseudo-binaria al 2.4% di Si.

 

Fig. 22

 

 

 Tale diagramma illustra bene l�influenza del Si nel caso di ghise grigie ordinarie poco fosforose.

Per tenere conto allo stesso tempo dell�effetto del P e del Si, in particolare sul punto eutettico E, si � introdotto la nozione di carbonio equivalente (%Ceq), data da:

 

%Ceq = %C + 1/3 (%Si + %P)

 

Tale espressione permette di valutare se una determinata ghisa ha un comportamento di tipo ipo, iper oppure eutettico.

Inoltre il diagramma ternario Fe-C-P (metastabile) mostra la presenza di un eutettico ternario Fe-Fe3C-Fe3P a basso punto di fusione (953�C) Questo eutettico appare nella maggior parte delle ghise grigie ordinarie, sia sotto forma di un reticolo continuo intorno alle celle eutettiche, oppure sotto forma di zone isolate. Questo eutettico fosforoso o steadite diminuisce la resistenza alla trazione ed all�urto.

 

5.4 Analisi sommaria dei fattori che influenzano la costituzione e la microstruttura delle ghise.

Elaborazione del metallo.

- La temperatura alla quale � portato il metallo al di sopra del liquidus caratterizza il surriscaldamento (punti M0 ed N0). L�aumento del grado di surriscaldamento accresce il fenomeno di sopraffusione: ad esempio, qualora M0 passa da 1250�C a 1475�C, per una determinata ghisa, il punto eutettico si abbassa da 1148 a 1100�C. Una conseguenza importante dell�aumento del surriscaldamento � un affinamento progressivo della grafite ed, inoltre, il passaggio ad una ghisa trotata e poi bianca.

- L�inoculazione consiste nell�aggiungere al metallo, al momento della colata, delle quantit� minime di un prodotto grafitizzante a base di grafite e/o di silicio. Questa addizione comporta la diminuzione delle celle eutettiche e all�ottenimento di una grafite pi� fine.

 

Composizione chimica.

Gli elementi sempre controllati dai fonditori sono: C, Mn, Si, P, ed S.

Il carbonio ed il silicio esercitano una influenza diretta sul passaggio dal sistema metastabile al sistema stabile. Il silicio � l�elemento grafitizzante di base. Tuttavia, conviene controllare i tenori di Si e di C in modo da evitare strutture ferritiche con grafite grossolana. I tenori di carbonio minimi sono dell�ordine di 2.8-3%, dato al di sotto l�intervallo di solidificazione diviene troppo ampio: ci� comporta una diminuzione della colabilit� ed un aumento dei rischi di soffiature.

Il manganese � un elemento antigrafitizzante come tutti gli elementi che formano dei carburi pi� stabili dell�Fe3C: il suo tenore �, generalmente, limitato all�1%. Esso forma con S delle inclusioni di MnS. Il tenore in S raramente supera lo 0.12%.

Nonostante sia un grafitizzante, il fosforo provoca la formazione di Fe3C nell�eutettico ternaria sopra esposto. Esso aumenta notevolmente la colabilit� del metallo. Il suo tenore � limitato al 1.2%.

Si deve sottolineare che taluni elementi, nonostante abbiano un basso tenore, possono avere una importanza notevole sulla capacit� di nucleazione del bagno liquido (Ti, Pb,As, Sn,...).

 

Condizioni di raffreddamento.

Esse sono fissate da:

- Metallo: temperatura di colata, conduttivit� termica.

- Stampo: natura delle pareti, temperatura.

- Pezzo: spessore, forma.

In generale, una diminuzione della velocit� di raffreddamento favorisce la grafitizzazione ed ha come risultato finale dei costituenti pi� grossolani (grafite e perlite).

La figura 23 da un esempio dell�influenza dello spessore.

 

Fig. 23

 

La sensibilit� allo spessore, cio� la variazione con lo spessore della costituzione e della microstruttura, � una caratteristica originale delle ghise fra le leghe da fonderia. Questa eterogeneit� della struttura e, quindi, delle propriet� meccaniche, pu� manifestarsi fra diverse sezioni di uno stesso pezzo, oppure anche fra la superficie ed il cuore di una sezione di elevate dimensioni.

 

5.5. Analisi sommaria dei costituenti delle ghise grigie.

Le ghise grigie sono costituite da una matrice perlitica, ferrito-perlitica oppure ferritica, nella quale sono presenti delle lamelle di grafite, delle zone di eutettico fosforoso e delle inclusioni (solfuri, carbonitruri), il cui ruolo � trascurabile, contrariamente a ci� che avviene per gli acciai.

 

Ferrite: Nelle ghise le propriet� della ferrite possono essere fortemente influenzate dalla messa in soluzione del Si e del P che hanno dei tenori nettamente pi� elevati che negli acciai. La sua durezza va da 75 HB nel caso degli acciai dolci, a 85 HB con 0.8% di Si, a 150 HB con il 3.5% di Si.

 

Perlite: Come negli acciai, le sue caratteristiche sono direttamente legate alla sua finezza, con la sua durezza varia da 200 a 300 HB. Per le ghise perlitiche sono disponibili delle relazioni come (Belaiev):

HB x D(�m) = 80 e Rm = 0.32 HB

 

Cementite: Costituente di durezza molto elevata, con HB compreso fra 700 ed 800HB.

 

Steadite: Costituente spesso distribuito in un reticolo intorno alle celle eutettiche, con una durezza compresa fra 400 e 900 HV. In assenza di cementite libera, esso costituisce la parte pi� dura del metallo.

 

Grafite: E� il costituente che condizione in gran parte le propriet� meccaniche delle ghise grigie attraverso la forma, la distribuzione, la dimensione e l�abbondanza delle sue lamelle.

Per ci� che riguarda la forma, la normativa UNI 3775-73 comprende sei forme caratteristiche:

I) lamelle sottili con punte aguzze;

II) noduli con accentuate ramificazioni di lamelle;

III) lamelle spesse con punte arrotondate;

IV) flocculi frastagliati;

V) flocculi compatti;

VI) noduli a contorno regolare pressoch� circolare (sferoidi).

La distribuzione della grafite � classificata secondo la seguente modalit� (figura 24):

 

Fig. 24

 

A) lamelle sottili distribuite uniformemente senza orientamento preferenziale.

Distribuzione normale nelle ghise eutettiche o leggermente ipoeutettiche (Ceq da 4 a 4.4%), pezzi di spessore superiore a 20 mm, colati in sabbia.

B) lamelle raggruppate in rosette senza orientamento preferenziale.

Distribuzione normale nelle ghise ricche in Si(>2.5%) ed in C (>3.5%), raffreddate rapidamente (pezzi sottili, con spessore inferiore a 10mm,colati in sabbia).

C) lamelle spesse e dritte senza orientamento preferenziale.

Distribuzione caratteristica delle ghise ipereutettiche (senza importante soprafusione).

D) lamelle molto piccole orientamento preferenziale, raggruppate nelle zone interdendritiche.

Distribuzione che si ottiene con raffreddamenti molto rapidi (a contatto delle pareti degli stampi metallici). La notevole sopraffusione produce delle lamelle molto fini (< 25 mm) localizzate fra le dendriti g.

tale distribuzione D � generalmente considerata come sfavorevole.

E) lamelle piccole con orientamento preferenziale, raggruppate nelle zone interdendritiche.

Distribuzione caratteristica delle ghise nettamente ipoeutettiche (Ceq<4%) e per velocit� di raffreddamento medie o basse (spessore superiore a 20 mm per la colata in sabbia). L�orientazione delle lamelle, e le dimensioni

medie, sono imposte dalle dendriti g..

Per quanto riguarda le dimensioni, la normativa prevede 8 classi ed utilizza un indice numerico convenzionale da 1 a 8 (rilevamento microscopico effettuato al microscopio ottico a x100).

 

 

5.6. Caratteristiche meccaniche delle ghise grigie non legate con grafite lamellare.

La resistenza a trazione di una ghisa � tanto maggiore quanto pi� � elevata la resistenza della matrice e quanto meno � abbondante la grafite. Per ci� che riguarda la matrice, la perlite � nettamente il costituente pi� favorevole: sperimentalmente si constata che le ghise ad alta resistenza sono le perlitiche.

La morfologia della grafite che, nelle ghise grigie non legate, � sotto forma lamellare, spesso fortemente interconnessa, gioca un ruolo essenziale sulla resistenza alla trazione.

La grafite � un costituente senza resistenza meccanica e la sua presenza corrisponde a dei �vuoti� nella matrice sotto forma di fessure naturali.

La grafite diminuisce la resistenza meccanica grazie a:

- una diminuzione della sezione efficace, con un aumento della sollecitazione media (figura 25a);

 

Fig.25

 

- un effetto di intaglio che comporta una concentrazione degli sforzi locali in corrispondenza del bordo dell�apice della fessura (figura 25b).

La presenza di questi �intagli interni� spiega il motivo per cui le ghise sono poco sensibili agli intagli interni, contrariamente agli acciai.

Riassumendo, affinch� una ghisa abbia una buona resistenza alla trazione � necessario che la sua matrice sia perlitica con la quantit� minore possibile di grafite, distribuita in modo omogeneo ed in lamelle fini (tipo A, B ed E, con indice da 4 a 6).

La durezza pu� variare all�interno di limiti piuttosto ampi:

- ghise bianche: da 400 a 600 HB (in funzione di %C);

- ghise grigie perlitiche: da 170 a 270 HB in funzione di D;

- ghise grigie ferritiche: da 100 a 150 HB.

La conoscenza della durezza, contrariamente al caso degli acciai, non permette di ottenere direttamente delle indicazioni sulla resistenza alla trazione. Esistono alcune formule che permettono di legare indirettamente le due grandezze:

1) (Collaud)

 

ove R0m ed HB0 sono misurate su un provino elaborato nelle stesse condizioni del pezzo, ed HB � misurata sul pezzo.

2) (Weis ed Orths, per le ghise perlitiche)

 

Rm = 257.4 + 1.41 HB - 63.8 (%C) - 25 (%Si) - 31.4 (%P)

 

Per correlare Rm con la durezza, si pu� anche utilizzare un nomogramma che, come nella formula di Collaud, permette di correlare la Rm e la durezza del provino, con la Rm del pezzo, nota la durezza del pezzo.

Le propriet� di resistenza, di tenacit� di plasticit� delle ghise grigie formano un insieme relativamente mediocre. Ma tali leghe presentano delle propriet� di impiego uniche, dovute per la maggior parte alla presenza della grafite:

- Capacit� di ammortizzare le vibrazioni.

- Lavorabilit�. Il carattere lubrificante della grafite, gioca un ruolo di primo piano. Il rapporto ferrite/perlite nella matrice � ugualmente importante, dato che la presenza di carburi tende a far diminuire la lavorabilit�.

- Buona resistenza all�usura.

- Buona resistenza alla corrosione.

- Sostanziale permanenza delle suddette propriet� fra -100 e 350�C.

- Buona tenuta agli urti termici.

- Notevoli qualit� di fonderia.

Nel caso in cui le propriet� di resistenza o di resilienza sono insufficienti, si possono utilizzare le ghise malleabili, le ghise sferoidali oppure le ghise legate.

Le ghsie grige non legate sono designate in base alla normativa UNI 5007-69, e vengono classificate in base al carico unitario di resistenza alla trazione.

 

5.7. Ghise grige sferoidali.

Sono delle ghise grige nelle quali la grafite � ottenuta durante l�elaborazione sotto forma di sferoidi (figura 26).

 

Fig. 26

 

Grazie a ci�, gli inconvenienti dovuti alla forma lamellare sono fortemente diminuiti. Per uno stesso tenore in grafite, la diminuzione della sezione efficace � minore ed, inoltre, la forma sferica comporta un effetto d�intaglio meno severo. Il metallo conserva tutti i vantaggi dovuti alla presenza di grafite (figura 27).

 

Fig. 27

 

Attualmente, il processo a base di magnesio (elemento modificatore della grafite) � il solo utilizzato. Il magnesio � introdotto nel bagno della ghisa da trattare a 1450�C (circa):

- sotto forma di leghe ferrose contenenti spesso silicio (Fe-Mg-Si) e degli elementi desolforanti o nodulizzzanti (Ce, terre rare ...).

- allo stato puro .

- su supporti porosi (coke, silicoalluminati).

La quantit� efficace di magnesio (lo 0.04 % circa) � molto pi� bassa di quella introdotta: infatti sono inevitabili delle perdite di magnesio per ossidazione e solfurazionee per combinazione con elementi come As e Bi.

Il trattamento di modificazione �, nella maggior parte dei casi, seguito da una inoculazione di Fe-Si.

La composizione di una ghisa sferoidale � caratterizzata dai tenori dei vari elementi che possono oscillare all�interno dei seguenti intervalli:

C = 3.4-4% Si =2-3% Mn = 0.1-0.8%

P < 0.01% S < 0.02% Mg = 0.02-0.1%

Si deve notare che il basso tenore in zolfo � necessario per evitare perdite di magnesio dovute alla formazione di MgS.

La sferoidizzazione � legata ad una sopraffusione importante (50-100�C) dovuta ad un �avvelenamento da Mg� dei nuclei di grafite. Alcuni autori ritengono che la grafite sferoidale cresca in fase solida mediante apporto di carbonio per diffusione attraverso uno strato di austenite (reazione di tipo peritettico), in contrapposizione alla grafite lamellare che si forma mediante un eutettico ove le tre fasi (g, liquido, Cgr) sono costantemente in contatto. Altri autori richiamano la formazione iniziale di Fe3C che formerebbe quindi della grafite sferoidale per decomposizione e, sviluppandosi isotropicamente, porterebbe alla forma sferica.

Allo stato grezzo di colata, le ghise sferoidali possono essere:

- perlitiche, con oppure senza Fe3C libera;

- ferrito-perlitiche , con la ferrite che si forma normalmente per ferritizzazione diretta.

Si pu� ottenere una ghisa completamente ferritica mediante una ricottura di ferritizzazione oppure una ghisa completamente perlitica mediante un trattamento di normalizzazione (figura 28).

 

Fig. 28

 

Grazie alla forma sferoidale della grafite, una ghisa sferoidale pu� raggiungere una resistenza ed una duttilit� pari a 2/3 di quella della matrice priva di grafite.

- una ghisa sferoidale a matrice perlitica pu� avere una Rm compresa fra 600 ed 800 MPa, con A% compreso fra 1 e 5.

- una ghisa sferoidale a matrice ferritica pu� avere una Rm compresa fra 450 e 500 MPa, con A% pari a circa 25.

La ghisa sferoidale ha quindi un comportamento intermedio fra quello di una ghisa grigia lamellare e l�acciaio per getto.

 

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